I LUOGHI

La cornice del Festival è il Lago di Como: una delle anime del Festival di Musica sull’Acqua è la riscoperta dei luoghi meravigliosi che ci circondano, portando la musica in contesti insoliti. 

Cuore della manifestazione è la splendida Abbazia di Piona di Colico insieme ad altri luoghi affascinanti e ricchi di storia come l’Auditorium S. Antonio di Morbegno, la chiesa di Santa Maria del Tiglio a Gravedona, la Chiesa di San Giorgio di Colico, così come i Giardini Villa Osio, L’OntanoParco Paride Cariboni, il Tempio di San Fedelino a Novate Mezzola, la chiesa di San Bernardino a Villatico, il Museo della Barca Lariana di Pianello del Lario e il Cortile di Palazzo Zanchi a Bergamo.

ABBAZIA DI PIONA
– COLICO –

ABBAZIA DI PIONA – COLICO –

Il complesso architettonico costituente il Priorato di Piona, generalmente conosciuto come Abbazia di Piona, si trova sulla sponda lecchese del lago di Como, nel territorio del comune di Colico. L’abbazia è inserita in un paesaggio di eccezionale e struggente bellezza, sulla punta di una piccola penisola, l’Olgiasca. Era il medioevo più pieno, autentico ed antico quello in cui sorse la primitiva chiesa di Santa Giustina cui seguirà, alcuni secoli dopo, il priorato vero e proprio, con il suo complesso abbaziale, parte di quella rete politicoreligiosa che faceva capo a Cluny ed al suo movimento riformatore. L’architettura del complesso abbaziale rientra nel cosiddetto romanico lombardo con influenze transalpine. In alcuni particolari ci sono degli spunti che fanno pensare al gotico francese di ispirazione cluniacense.

SANTA MARIA DEL TIGLIO
– GRAVEDONA –

SANTA MARIA DEL TIGLIO – GRAVEDONA –

La chiesa di Santa Maria del Tiglio, monumento nazionale, è un edificio sacro che si trova a Gravedona, in provincia di Como.
L’edificio fu eretto alla fine del XII secolo, probabilmente sulle fondazioni di un battistero del VI secolo. L’esterno, a fasce alternate di pietra chiara e scura, ha la singolarità del campanile impostato sul portale d’ingresso, a sezione quadrata nella parte inferiore, ottagonale in quella superiore. L’interno, a vano unico, ha matronei che corrono sui lati e l’abside insolitamente articolata in tre absidale ricavate in spessore di muro. Sulla parete a sinistra dell’ingresso sta un Giudizio Universale trecentesco, sopra l’altare un grande Crocefisso ligneo del XII secolo.

AUDITORIUM DI SANT’ANTONIO
– MORBEGNO –

AUDITORIUM DI SANT’ANTONIO – MORBEGNO –

Il complesso della chiesa e del convento di Sant’Antonio sorge nella omonima piazza da cui diparte la strada che conduce al Passo San Marco. Esso offre al visitatore una felice fusione e sovrapposizione degli stili barocco e rinascimentale.
La prima chiesa sorse nel 1383 e fu intitolata a Sant’Antonio Abate e a Santa Marta. Nel 1457 venne affiancata dal convento dei frati domenicani.
La facciata della chiesa ha dei richiami di stile barocco. Gli elementi principali sono il protiro e il portale realizzati da Francesco Ventretta nel 1517. Ad impreziosirla ulteriormente una Pietà ad alto rilievo e una Natività di Gaudenzio Ferrari. L’interno si sviluppa lungo un’unica navata sormontata da una pesante volta. È ancora possibile ammirare l’abside originale e le otto cappelle affrescate.
Adiacente alla chiesa si trova il convento costituito da due chiostri.

MUSEO BARCA LARIANA
– PIANELLO DEL LARIO –

MUSEO BARCA LARIANA – PIANELLO DEL LARIO –

Situato a Pianello del Lario in una splendida filanda ottocentesca, il Museo Barca Lariana tutela un patrimonio unico al mondo. Nelle sale e nei magazzini museali sono conservati oltre 400 scafi storici fra barche a remi, gondole, barche da pesca, caccia e contrabbando, motoscafi entrobordo e fuoribordo, vaporetti per trasporto passeggeri, tre punti e catamarani da competizione, barche a vela e antichi barconi da lavoro.

Da tener presente anche il numero di motori, circa 300 pezzi, e le migliaia di oggetti attinenti alla costruzione e l’uso delle barche.

Su richiesta, il museo offre anche la consultazione di infinite diapositive, foto d’epoca, registrazioni e testimonianze di maestri d’ascia, barcaroli, pescatori e una vasta biblioteca con oltre 2.500 libri e riviste storiche e di settore.
Da poco sono state inaugurate tre nuove sale: la prestigiosa esposizione dei motoscafi Riva di Sarnico, una sala dedicata alle gondole veneziane più antiche e meglio conservate al mondo e la Sala delle Vittorie a ricordo dei tempi d’oro del canottaggio lariano.

Il Museo si propone oggi di raccontare, non solo la storia della nautica lariana, ma dell’Italia intera. Dagli antichi romani fino ai giorni nostri, le barche ci raccontano di vite ordinarie e straordinarie di uomini comuni e speciali: un incantevole viaggio che, ci auguriamo, possa restituirci il ricordo di un’Italia meravigliosa che non deve essere dimenticata e che possa essere di stimolo per le generazioni future.

Un vero patrimonio culturale condiviso, racconti e vicende museali in continuo aggiornamento, frutto di quotidiane ricerche sul territorio, di testimonianze e racconti che ci rendono orgogliosi della nostra storia.

PARCO PARIDE CARIBONI
– COLICO –

PARCO PARIDE CARIBONI – COLICO –

Al posto di una ex area industriale degradata a ridosso del lungolago a Colico è stata realizzata una moderna area verde, inaugurata nel giugno 2021 con il nome di Parco Paride Cariboni, in memoria dell’imprenditore locale molto legato al territorio, i cui fabbricati sorgevano proprio in questo luogo. 

L’area di circa 4800 mq, bonificata dall’ex-proprietario e acquisita dal Comune, ospita oggi uno splendido parco con percorsi ciclopedonali, un chiosco infopoint turistico e una struttura dedicata al bikesharingSpazi moderni, situati in una posizione centrale, facilmente accessibili e di collegamento per chi vuole raggiungere e visitare il Forte di Montecchio, il Forte Fuentes e la Torre di Fontanedo, per i turisti che arrivano “da terra” tramite la ferrovia e le linee del Trasporto Pubblico locale, e per i residenti che desiderano raggiungere la biblioteca, l’auditorium e la spiaggia. Un luogo nuovo, aperto e ricco di servizi per tutti.

PIAZZETTA SMUOVITI
– BERGAMO –

PIAZZETTA SMUOVITI – BERGAMO –

“Smuoviti” si trova nella piazzetta di Palazzo Zanchi in via Torquato Tasso, una delle vie principali di Bergamo, che culmina con il teatro Donizzetti.

È una piazzetta privata, di un edificio ora residenziale del XIX secolo che ha anche al suo interno un giardino privato.

La peculiarità della piazzetta sono le numerose opere d’arte installate, tra cui, la più nota è il giroscopio di Arnaldo Pomodoro.
In un ambiente così votato all’arte e al sano “ozio” , sono inseriti due progetti, che permettono a chi vive nel centro città di concedersi pause di salute e benessere:

  • “Smuoviti Fit Stop” un centro di personal training, preparazione atletica e riabilitazione “bespoke”
  • “Lov’eat” il nostro spazio dedicato alla nutrizione equilibrata e personalizzata sullo stile di vita delle persone.

TEMPIETTO DI SAN FEDELINO
– NOVATE MEZZOLA –

TEMPIETTO DI SAN FEDELINO – NOVATE MEZZOLA –

Il Tempietto, la cui costruzione è fatta risalire all’ultimo quarto del X secolo, è costituito da una minuscola navatella quadrata (m.3,46 x 3,52) completata da un’absidiola.

La vicenda della sua costruzione oscilla tra la storia e la leggenda. Pare che Fedele sia stato un soldato romano convertito al Cristianesimo. Fuggito da Milano nel 284 d.C.con  alcuni compagni per sottrarsi alle persecuzioni di  Massimiliano, fu l’unico a raggiungere illeso Como, dove si imbarcò per poi cercare rifugio ai  piedi di una montagna presso Samolaco. Fu però scoperto e, rifiutatosi di rinnegare la fede cristiana, venne decapitato e lì sepolto. Nello stesso luogo la popolazione eresse un piccolo oratorio per conservare le reliquie del martire.

Di dimensioni ridotte, 6,2 x 4,5 metri, con la facciata addossata alla roccia e l’abside semicircolare rivolta a est, rappresenta il più antico monumento romanico della Lombardia. L’interno conserva un bellissimo dipinto databile tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo, raffigurante il Cristo Pantocratore. Degna di attenzione è anche la bella volta a crociera, ritenuta tra le più antiche della diocesi di Como.

La relativa difficoltà di accesso e i ripetuti interventi di restauro hanno consentito di salvaguardare la fisionomia dell’edificio e la magia del luogo.

L’ONTANO
– COLICO –

L’ONTANO – COLICO –

L’Ontano nasce a Colico (LC) nel 2005 in uno dei posti più suggestivi e panoramici dell’alto Lago di Como. Una location mozzafiato, immersa nel verde e con vista lago. Un’ampia e splendida veranda ed una spaziosa ed accogliente sala interna.

L’area esterna al ristorante offre tanto spazio per relax e divertimento.

Sono a disposizione una scuola Windsurf/Kitesurf con possibilità di noleggio attrezzature specifiche, canoe e biciclette, un bar/gelateria ed una spaziosa area camper completamente attrezzata.

CHIESA DI SAN GIORGIO
– COLICO –

CHIESA DI SAN GIORGIO – COLICO –

La Chiesa Parrocchiale di San Giorgio fu eretta il 22 dicembre 1914 nel centro di Colico Piano (antica denominazione Colicum) in sostituzione di un edificio sacro più vecchio situato in Piazza San Giorgio.

La festa patronale è celebrata il 23 aprile.

Sulla facciata principale spicca il mosaico di San Giorgio che trafigge il drago, eseguito dalla scultrice valtellinese Lydia Silvestri nel 1965, su commissione di Don Salvatore Schenini.

CHIESA DI SAN BERNARDINO
– VILLATICO –

CHIESA DI SAN BERNARDINO – VILLATICO –

La frazione di Villatico (antica denominazione Villarichum) ospita la Parrocchia di San Bernardino (festa patronale 20 maggio). La chiesa risale alla seconda metà del sec. XV, subito dopo la canonizzazione di San Bernardino, noto per aver curato gli appestati.

L’impianto architettonico è basilicale, a tre navate; l’altare maggiore, costruito con marmo di Varenna, risale quasi certamente al Settecento.

Numerosi gli affreschi sulle pareti, tra cui quello centrale raffigurante San Bernardino, il sogno della scala di Giacobbe e la lotta con l’angelo, il Cristo in gloria di Tagliaferri.

Pregevoli anche la statua della beata Vergine del Rosario e la fonte battesimale del talamonese Roberto Bricalli.

VILLA OSIO
– COLICO –

VILLA OSIO – COLICO –

Alla fine del XIX secolo la Cascina Folletto sorgeva isolata con le sue poche case raggruppate in un piccolo borgo, per altro già indicato nelle carte geografiche del Lario sin dai primi anni dell’Ottocento. La cascina dominava, da un lato, il tratto finale del lago verso il Pian di Spagna e la foce dell’Adda e, dall’altro, il povero villaggio di Colico, circondadato perlopiù da acquitrini malsani in cui stagnavano le acque che scendevano, senza sfogo, verso il lago dal dominante Monte Legnone.

L’aurora di una nuova epoca di riscatto sociale e di istruzione iniziò per Colico quando l’ingegnere Stefano Lattuada, milanese sovrintendente alla costruzione del difficilissimo tratto della linea ferroviaria Bellano-Colico, si innamorò del Montecchio Sud e volle costruirvi una villa quasi “con i piedi nel lago”, e creare un’azienda agricola da affiancare al già esistente borghetto della Cascina Folletto. Per la costruzione della casa Lattuada si ispirò al celebre chalet costruito a Losanna nel 1874 dal noto architetto francese Viollet-le-Duc. La villa fatta costruire dal Lattuada porta incisa sotto le finestre la data 1914, ultimo fiore si direbbe-della “belle époque” nell’alto Lario. 

Nel 1917 l’intera proprietà Lattuada, che oltre agli stabili comprendeva prati e boschi per una trentina di ettari, fu acquistata dalla famiglia Stampa, che a sua volta, nel 1934, la vendette a Umberto Osio, compagno d’armi   di Paolo Stampa durante la Prima guerra mondiale.

Iniziò allora una nuova vita per questa proprietà: si continuò l’allevamento delle vacche di razza brunalpina e la coltivazione della vigna, si incrementò soprattutto la zona boschiva con essenze nuove ma non estranee alla tradizione lombarda e lacustre. Si diede lavoro a numerosi contadini e boscaioli, si aiutò in modo determinante la costruzione e il funzionamento dell’asilo infantile della parrocchia di Laghetto, infine si dotò di un magnifico pianoforte (uno Steinway a mezza coda degli anni trenta) la scuola di Musica di Villatico.

E, soprattutto, si cercò di ingrandire, non appena venivano messi in vendita dei terreni, i confini della proprietà al fine di evitare i pericoli della speculazione edilizia, che a partire dal 1950 iniziò a guardarla con occhi bramosi.

La famiglia Osio è così riuscita a creare un’entità territoriale compatta di oltre cinquanta ettari, rimasti sinora intatti, senza nuove costruzioni, testimonianza preziosa, se non unica, delle bellezze naturali dell’Alto Lario.

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